Già nel 2009 pubblicavo un editoriale sul Giornale Italiano di Medicina Interna in cui , anche alla luce della evoluzione delle conoscenze in ambito diagnostico e terapeutico , ipotizzavo un internista ospedaliero nel quale si assommassero nuove competenze e nuove abilità diagnostiche e terapeutiche, cosa che, effettivamente e non a partire dalle Università, ma piuttosto dalla Medicine periferiche sta realmente avvenendo. E questo modello di medico a tutto tondo , in grado di rispondere con più adeguatezza alla nuova tipologia di pazienti anziani e polipatologici che sempre più è presente , potrebbe essere il prototipo anche di un nuovo medico di Medicina generale. Medico inserito realmente in un gruppo di lavoro multiprofessionale , medico passato alla dipendenza e medico inserito anche in una scala gerarchica che valorizzi le diverse competenze e responsabilità. e garantisca al cittadino una reale ed immediata presa in carico almeno h12
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